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Liberismo col culo degli altri

Perdonate la parafrasi e passiamo ai fatti.

1) Italo è in crisi.

2) Hanno influito scelte aziendali sbagliate, come l’acquisto dei treni francesi Alstom per citare la più famosa causa d’indebitamento della compagnia, ma per passare da meno di 2 a più di 6 milioni di clienti rimanendo in passivo, accumulando contestualmente oltre 700mln di debito in appena due anni di attività, è chiaro che ci devono essere a monte problemi grossi per i quali non basta citare l’affitto per 120mln della rete ferroviaria della quale, per inciso, paghiamo tutti la manutenzione, direttamente o indirettamente. Spiegheremo in seguito quali sono questi “grossi problemi a monte”.

3) Ha influito certamente il fatto che in nessuno Paese al mondo c’è stato, prima di Italo, il tentativo concreto di introdurre la concorrenza nei trasporti ferroviari, e il fatto che il pioniere in questione sia stato la cordata Montezemolo-Della Valle-Capitani Coraggiosi Inc. di certo non pare aver aiutato ad essere il primo tentativo riuscito nel settore.

4) QUATTRO.

5) Ha influito parimenti il fallimento di Montezemolo&co. di inserirsi nello scenario politico italiano. Il progetto ormai più che decennale venne frustrato prima da Berlusconi, poi da Monti e infine affossato da Renzi. Tutti i tentativi, dalla formazione di un partito liberale alternativo a Berlusconi alla formazione di un partito transpartitico in Parlamento, passando per l’imbarazzata (e imbarazzante) sequenza di silenzi e corteggiamenti con Monti e la sua squadra di tecnocrati, non hanno portato a Montezemolo lo sperato ingresso nella politica italiana come salvatore della patria (o almeno come salvatore della destra liberale). Certo che se al governo ora c’era lui, i treni arrivavano in orario.

6) La rete ferroviaria è un monopolio naturale. I costi marginali sono decrescenti, a differenza di quel che avviene solitamente nel mercato, quindi l’efficienza è garantita dalla gestione monopolista anziché dalla concorrenza perfetta, il che vuol dire anche che perfezione o meno della concorrenza c’entra come i cavoli a merenda: ditelo agli economisti della domenica. Sui monopoli naturali non ci sono liberisti, keynesiani o socialisti: finora tutti quelli con cui mi sono scontrato su questo concetto erano persone digiune di economia che si erano fatte irretire dalla retorica neoliberale della bellezza del libero mercato e della kattiveria dell’intervento statale senza neanche studiare un attimo quello di cui, in teoria, sarebbe l’argomento principe dei neoliberali, ossia l’economia. I monopoli naturali devono rimanere monopoli. Il dibattito economico in merito verte principalmente su cosa possa essere definito monopolio naturale (si concorda che l’industria dell’acciaio e le reti ferroviarie e stradali lo siano, mentre ci sono dibattiti aperti sulla gestione del gas e delle linee telefoniche) e se sia meglio affidare tali monopoli al pubblico al privato (ed è qui che dibattono liberisti, keynesiani e socialisti, a differenza delle peggio equipaggiate e impreparate truppe cammellate che presidiano i social network). Concludo. Se in monopolio naturale si volesse replicare il comportamento d’impresa perfettamente concorrenziale, si perverrebbe ad una configurazione in cui il profitto d’impresa è negativo. Ohibò, proprio quello che è successo. Chi avrà ragione? Wikipedia? Gli economisti? Quelli che gridano al gomblottoh?

7) Gasparri, col suo solito tatto, ha twittato che NTV sta per fallire. NTV ha deciso di ricorrere a vie legali. Onestamente a noi frega poco di Gasparri e frega ancor meno della libertà d’opinione (no, non è un refuso), però il cervello del gruppo di Forza Italia si è solo limitato a ripetere quel che ha letto sui giornali, pur se con toni che di solito rivolge solo ai gay che vogliono sposarsi. Non comprendiamo perché NTV non voglia denunciare anche i giornali, rei di aver diffuso la diceria che Italo rischi il fallimento. Oddio, forse c’entra qualcosa il fatto che mentre Gasparri* è mediaticamente (?) lo scemo del villaggio globale, l’opinione dei media sarà molto importante sulle sorti di Italo.

8) Montezemolo ha già chiaro come reagire. “Coglioni, dovete salvare Italo, sono vittima di un gomblottoh, Renzi salva il libero mercato con l’intervento pubblico, do it faggot“. Non ci stupisce. Il bello dei coraggiosi capitani neoliberali è che sono abbastanza mentalmente flessibili quando si tratta di salvare la loro impresa.

9) Wired Italia non è indifferente al grido di dolore proveniente da Italo. In un articolo odierno, spiegano che il modo migliore per salvare la concorrenza e il libero mercato, sono gli aiuti di Stato. Olè.

10) Volevamo fare cifra tonda, quindi chiudiamo con un’apertura al dialogo. Wired merda.

* = nel caso Gasparri ci dovesse leggere, diciamo sin da ora che scherziamo, che noi siamo sempre stati dalla sua parte, lo seguiamo da bambini, vogliamo essere come lui, lo amiamo come un padre. Hasta siempre comandante Maurizio.